FAQ

Non solo è “normale” ma anche estremamente comune. Si stima, infatti, che 7-8 neomamme su 10 sperimentino, nei giorni immediatamente successivi al parto, uno stato di malinconia, chiamata Baby (o maternity) blues

Si tratta di una fase transitoria, dovuta alla brusca riduzione dei livelli ormonali, le cui manifestazioni sono limitate generalmente a una settimana/dieci giorni e comprendono: abbassamento del tono dell’umore con sentimenti d’inadeguatezza a svolgere il ruolo di madre, labilità emotiva con crisi di pianto, ansia.

La Baby-blues non deve essere confusa con la depressione post partum che è caratterizzata da sintomi ben più severi e di maggior durata. 

La Baby-blues non richiede interventi specifici, ma solo un po’ di pazienza e indulgenza per te stessa: devi concederti il tempo di ritrovare un nuovo equilibrio dopo un evento fisicamente e psicologicamente faticoso come quello del parto e di entrare in sintonia con il/la tuo/a bimbo/a. 

È bene comunque attenzionare questo periodo poiché il 20% delle donne che presentano Baby Blues può manifestare successivamente un peggioramento dei sintomi e un’evoluzione in una depressione post partum.

Le manifestazioni cliniche della depressione post partum compaiono, in genere, tre/quattro settimane dopo il parto, aggravandosi progressivamente sino a divenire conclamate intorno al quarto/quinto mese. Alcune depressioni incorrono più avanti, entro il primo anno di vita del bambino, perché a esordio tardivo o perché poco attenzionate nella loro evoluzione. 

La diagnosi si basa su criteri clinici ben definiti che prevedono la presenza da almeno due settimane di umore depresso e mancanza di piacere/interesse nello svolgimento delle attività abituali. 

Devono inoltre essere presenti almeno cinque tra i seguenti sintomi:  

  • Disturbi del sonno e/o dell’appetito
  • Iperattività motoria o rallentamento
  • Faticabilità o mancanza di energia
  • Bassa autostima, sensi di colpa, sentimenti d’impotenza e disvalore  
  • Ridotta capacità di pensare e concentrarsi
  • Pensieri ricorrenti di morte (nei casi più gravi).

La depressione post partum non è dovuta a una singola causa specifica e non deve essere vissuta come una colpa: non si sceglie, accade come evento complesso che procura sofferenza emotiva e psichica alla neomamma. Alcune donne sono più vulnerabili, perché presentano uno o più fattori di rischio correlati, come ad esempio: episodi di ansia o depressione durante la gravidanza, pregressi episodi depressivi prima della gravidanza, relazione di coppia conflittuale, difficoltà economiche, mancanza di una rete di supporto pratico e affettivo, eventi traumatici nell’ultimo anno come un lutto, parto complicato.

Mentre la Baby blues non richiede interventi specifici, è invece necessario rivolgersi a uno specialista quando i sintomi persistono da oltre due settimane e sono di entità tale da limitare il proprio funzionamento nella vita di tutti i giorni e le capacità di accudimento oppure quando si ha la sensazione di poter nuocere a sé stesse o al proprio bambino.  È importante la tempestività di intervento per una presa in carico precoce della problematica poiché la depressione, se non curata, tende a cronicizzare.

Come primo interlocutore, puoi rivolgerti al tuo medico di Medicina generale, al pediatra, al ginecologo o al Consultorio familiare di riferimento. In molti ospedali sono attivi Ambulatori/centri dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura della depressione post partum.

Dipende da diversi fattori, primi tra tutti la tempestività della diagnosi e l’entità dei sintomi. Generalmente, una volta formulata la diagnosi e avviato il trattamento, i sintomi tendono a ridursi fino a scomparire nel giro di qualche mese.

Gli interventi devono essere personalizzati e possono basarsi sulla psicoterapia, sulla terapia farmacologica o su entrambe.

Il piano di cura dovrebbe essere sostenuto da uno stile di vita il più possibile salutare e attivo, senza dimenticare l’importanza del sonno – proprio perché disturbato nel periodo del post partum – e la necessità di spazi “di recupero” durante la giornata.

Di per sé no. Nel caso di una depressione post partum severa, le condizioni psico-fisiche possono essere tali da non consentire l’allattamento, dal momento che richiede molte energie. Alcuni farmaci antidepressivi possono essere assunti in sicurezza anche durante l’allattamento, sotto attento monitoraggio da parte del medico, altri farmaci invece sono controindicati e richiedono la sospensione dell’allattamento.

Ecco alcuni consigli pratici:

  • Ascoltare e rispettare il disagio emotivo e la sofferenza psichica della neomamma
  • Sostenerla nel maturare la consapevolezza della necessità di un supporto competente all’esterno del nucleo familiare
  • Sollevarla da eccessive fatiche nell’accudimento del neonato e nelle attività domestiche, in modo che possa avere degli spazi per sé, per riposarsi e recuperare le energie

Il dialogo, quanto empatico e autentico, rappresenta un potente strumento di vicinanza e aiuto. 

Si ringrazia per la supervisione scientifica dei contenuti la Dottoressa Roberta Anniverno, Responsabile Centro Psiche Donna, ASST Fatebenefratelli Sacco – Ospedale Macedonio Melloni